Storia del legno

Il museo STORIA DEL LEGNO NELLA FINESTRA

Il legno è un materiale naturale che fin dall’antichità è stato utilizzato per soddisfare diverse necessità grazie alle sue notevoli caratteristiche meccaniche, alla facile reperibilità ed all’altrettanto facile lavorabilità.

Il primo impiego del legno in architettura risale alla Grecia Antica, per le coperture dei templi. Utilizzato anche nell’epoca romana per la realizzazione dei solai, il suo impiego si diversifica durante il Medioevo, epoca in cui viene utilizzato per la struttura delle abitazioni e per realizzare serrami di legno come sistemi di protezione.

Con l’arrivo del Rinascimento e del periodo barocco, oltre all’impiego a livello architettonico, viene sviluppata una tecnologia del serramento. In questo periodo, infatti, molti artigiani italiani compiono diversi progressi in materia di serramenti in legno.

Essendo le lavorazioni esclusivamente artigianali, la scelta della specie legnosa era affidata esclusivamente all’esperienza del falegname. Venivano selezionate essenze a fibra lunga e parallela, evitando i nodi che, in presenza di umidità, potevano dare luogo a rigonfiamenti. Fondamentale era il periodo del taglio degli alberi, che doveva avvenire tra novembre e il risveglio vegetativo.

Una volta sezionato in tavole, veniva lasciato riposare per l’essicazione e la stagionatura ed infine lavorato.

Grazie alla notevole disponibilità del materiale, all’elasticità ed alla facile lavorabilità anche in piccole sezioni, il legno viene percepito come un materiale estremamente adatto per la costruzione della finestra tradizionale.

Nel 1906, il falegname tedesco Otto Hetzer brevetta il legno lamellare, che si diffonde prima in Svizzera e poi negli Stati Uniti. In Italia i primi test sperimentali vengono effettuati intorno agli anni ’30, ma la produzione effettiva comincia a partire dagli anni ’60.

Il processo realizzativo prevede la riduzione dei tronchi in piccole lamelle, private di eventuali difetti prima della piallatura.

Avviene poi l’incollaggio, la sovrapposizione, la pressatura, la profilatura, l’impregnazione e/o la verniciatura. Il risultato è un prodotto con maggiore stabilità dimensionale ed omogeneità rispetto al legno naturale.

Per la finitura dei profili, esistono diverse tecniche di verniciatura, trasparente o colorata, che migliorano ulteriormente le prestazioni del legno.

I profili, sottoposti a diversi cicli di verniciatura, sono così resi impermeabili e resistenti all’umidità.

A seconda dell’area geografica e dell’impiego dell’infisso, è possibile scegliere tra una vasta gamma di tipologie di legno. Il castagno è apprezzato per le buone doti di resistenza meccanica, la facile lavorabilità e la comprovata stabilità in ambienti umidi. La quercia è caratterizzata da fibre forti e ha un colore gradevole, così come il noce che è utilizzato in gran parte per portoni e porte. 

Per la costruzione di serramenti sono molto più utilizzati quei legni che vengono considerati meno “pregiati”: parliamo di pino, abete, robinia e in alcuni casi di pioppo, legni facili da reperire, dal costo contenuto e facili da modellare.

Il pino, legno tenero, resinoso, viene usato solitamente per infissi interni. L’abete, più comunemente conosciuto con il nome di Douglas, è un legno nodoso, utilizzato per infissi interni in quanto sensibile agli agenti atmosferici. Il rovere è un legno che si conserva nel tempo e viene utilizzato per infissi esterni, nella versione lamellare.

Il legno ancora oggi è tra i materiali più apprezzati poiché si coordina bene con l’arredamento e i rivestimenti. Se da un lato è un materiale che presenta un valore basso a livello di conducibilità termica, dall’altro è meno resistente, rispetto ad altri materiali, agli agenti atmosferici.